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Kabul, vittime italiane in attentato

Ultimo Aggiornamento: 01/10/2009 23:44
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17/09/2009 11:11

Una forte esplosione è avvenuta nel centro di Kabul, uccidendo anche un imprecisato numero di militari italiani italiane. Lo riferisce la tv satellitare araba al Jazeera, precisando che almeno sei persone sarebbero morte nello scoppio avvenuto nel quartiere diplomatico della capitale afghana: decine di veicoli hanno preso fuoco. Sul luogo sono accorsi numerosi mezzi di soccorso. I nostri militari viaggiavano su un mezzo "lince".

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20/09/2009 21:48

Napolitano accoglie le salme dei parà

Un picchetto di paracadutisti della Folgore schierato sulla pista dell'aeroporto militare di Ciampino ha accolto l'arrivo del C-130 dell'Aeronautica con a bordo i feretri dei 6 parà uccisi nell'attentato di giovedì 17 settembre a Kabul. I feretri dei sei parà uccisi a Kabul, avvolti nel tricolore, sono stati sbarcati dal C-130 dell’areonautica militare e sulla pista dell’aeroporto di Ciampino hanno ricevuto gli onori militari. L’ordinario militare, mons. Vincenzo Pelvi, ha benedetto le sei bare.

LE ISTITUZIONI - Il presidente Napolitano ha accolto le salme dei militari uccisi e con lui le più alte cariche dello Stato. Il capo dello Stato si è inchinato davanti ad ogni bara, in silenzio, con la mano destra appoggiata sul feretro. Dopo l'omaggio di Napolitano, è stato intonato il Silenzio e il picchetto schierato a Ciampino ha reso onore ai caduti. A Roma sono da sabato le famiglie dei 6 militari uccisi: il capitano Antonio Fortunato, il sergente maggiore Roberto Valente, il caporal maggiore capo Massimiliano Randino e i caporal maggiori scelti Davide Ricchiuto, Giandomenico Pistonani e Matteo Mureddu.

LE FAMIGLIE - Sulla pista i familiari dei militari uccisi. Tra loro anche Simone Valente, il bimbo di 2 anni figlio del sergente maggiore Roberto Valente. In braccio alla sua mamma, il piccolo aveva in testa il basco bordeaux del suo papà. Il piccolo ha da poco compiuto il suo secondo compleanno e il papà era riuscito a tornare per festeggiarlo con lui. Poche ore dopo era ripartito per l'Afghanistan.

CAMERA ARDENTE - Folla, lacrime e bandiere davanti alla camera ardente all'ospedale militare del Celio, aperta al pubblico poco prima delle 16 e presidiata da militari. Sono oltre diecimila i cittadini che nel pomeriggio sono andati a rendere omaggio ai caduti e hanno lasciato una firma sul registro. I parenti delle vittime sono entrati per primi insieme ai feretri. Tre dei quattro militari feriti nell' attentato in Afghanistan e ricoverati all'ospedale del Celio, si sono recati nella camera ardente per rendere omaggio ai loro colleghi morti. Dinanzi alle bare sono scoppiati in lacrime e hanno abbracciato i familiari delle vittime. Tutti e tre i militari dicono di stare bene ma sono visibilmente scossi e uno di loro non riusciva a smettere di tremare. Ad accompagnarli altri parà che li sostenevano e cercavano di dare loro forza. «Non piangere, sii forte, per me sei come un figlio», ha detto la mamma di uno dei caduti a uno di loro.

LE AUTOPSIE - Morte per trauma da esplosione. E' il risultato delle autopsie effettuate nell'istituto di medicina legale dell'Università «La Sapienza», diretto da Giancarlo Arbarello e dal professor Ozrem Carella Prada, sui cadaveri dei sei militari. I medici legali hanno sottoposto ad un esame esterno le salme dei sei parà della Folgore uccisi a Kabul. Gli esperti, secondo quanto si è appreso, hanno anche prelevato alcuni frammenti metallici dai cadaveri che saranno sottoposti ad accertamenti. I risultati sono stati comunicati al procuratore aggiunto Pietro Saviotti e al sostituto Giancarlo Amato, titolari del fascicolo aperto per strage con finalità di terrorismo.

LE CONDIZIONI DEI FERITI - IN mattinata erano arrivati in Italia anche i quattro militari italiani rimasti feriti nell’attacco di giovedì a Kabul, in Afghanistan. Si tratta del primo maresciallo dell'Aeronautica Felice Calandriello, 58 anni, di Sassano (Salerno) e tre primi caporalmaggiori dei parà: Rocco Leo, 26 anni, di Francavilla Fontana (Brindisi); Sergio Agostinelli, 32 anni, originario della Svizzera e Ferdinando Buono, 30 anni, di Napoli. Il loro arrivo è avvenuto all’1:32 all’aeroporto di Fiumicino, con un volo dell’Alitalia da Abu Dhabi-Larnaca. «Sono tutti in buone condizioni, tranquilli», ha detto il colonnello medico Roberto Bramati, capo dipartimento emergenza del Celio, parlando delle condizioni dei quattro militari italiani. Tutti hanno «un disturbo da stress post traumatico, ma niente di particolare. Stanno facendo le visite di controllo che vengono fatte a tutti i militari che rientrano dall’Afghanistan. Solo Buono ha anche una ferita a una mano, non di importante entità», ha detto l'ufficiale medico.

I FUNERALI DI STATO - Bandiere tricolori sono state affisse dai vigili del fuoco nei pressi del Colosseo e in via Ostiense, luoghi che lunedì vedranno passare il corteo funebre dei sei militari italiani rimasti uccisi nell'attentato in Afghanistan, i cui feretri dall'ospedale militare del Celio, dove è stata allestita la camera ardente, saranno portati alla Basilica di San Paolo Fuori Le Mura, dove alle 11 si svolgeranno i funerali di Stato. Già ora lungo il percorso, ma non solo, compaiono da balconi e finestre i tricolori esposti dai cittadini che cominciano a raccogliere l'invito del sindaco di Roma Gianni Alemanno di esporre la bandiera italiana durante la cerimonia funebre. E proprio domani a San Paolo, ha annunciato il sindaco, è prevista la distribuzione da parte del Comune delle bandiere italiane. Sul versante della viabilità, ci saranno chiusure al traffico al passaggio del corteo funebre. I vigili urbani hanno inoltre affisso cartelli di divieto di sosta che scatteranno da mezzanotte, nella zona della Basilica di San Paolo. In particolare in via Ostiense (nel tratto compreso tra via Giustiniano Imperatore e via Giulio Rocco) e in Lungotevere San Paolo. Dalle 7 di domani mattina saranno chiuse al traffico piazzale Edison, in direzione via Ostiense, lungotevere San Paolo, viale delle Sette Chiese.

www.corriere.it
26/09/2009 13:30

rimango dell'idea che la morte di un soldato equivale a quella di un operaio.Perchè dobbiamo considerare i nostri caduti in guerra degli eroi?

Non riesco a capire che differenza ci possa essere...
01/10/2009 23:44

LA DIFFERENZA STA NEL FATTO CHE UN OPERAIO CHE LAVORA LO FA PER SE , PER IL PROPRIO BENESSERE, PER ACQUISTARE BENI E FRUIRE DI SERVIZI DI CUI GODRA' SOLO LUI E I SUOI CARI.

A DIFENDERE LA PATRIA SI GUADAGNA POCO SI RISCHIA TANTO E SI FANNO GLI INTERESSI DI TUTTI, ANCHE DI COLORO CHE STANNO A CASA A SCRIVERE NEI FORUM CAZ.....TE DEL GENERE .

SCUSA MA SONO IO A NON CAPIRE


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