Scusate ma

Davide, 11/06/2009 14.23:

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Dunque... ho letto gli obiettivi della riforma e il primo in particolare mi sembra abbastanza interessante.
Si favoriranno le squadre con più budget e un'impiantistica più adatta? Se sì come?
Il progetto della stagione low cost senza retrocessioni potrebbe essere una buona idea se non fosse per il fatto che le società continuano a fallire e che la crisi economica non durerà solo un altro anno!
Perché non istituire due organi di controllo collegati l'uno con l'altro?
Uno controllerebbe i bilanci societari (con diritto di accesso insindacabile) e darebbe moniti su come operare per "restare in vita", l'altro, una volta avvenuto il fallimento di una squadra, prenderebbe in esame le richieste di chi vorrebbe subentrare in base al budget, all'impiantistica, al blasone, al numero dei tifosi e a un progetto pluriennale.
In questo modo si scarterebbero le società-ameba che prendono soldi dei cittadini tramite la Regione (chissà chi sarà...) e tutte quelle società che speculano sulla passione delle persone.
Magari la faccio troppo facile, ma in cinque anni forse ci ritroveremmo con una LegAdue e con una serie A da bava alla bocca, con squadre di grande blasone e con un movimento più forte.
Non vorrei dire una minchiata madornale, ma verrebbe fuori un progetto wild card in stile NBA, con un po' più di burocrazia italiana che in questo caso male non farebbe.
Ho notato che nel progetto compaiono tanti numeretti , gironi e denominazioni di campionati... ma a me sembra che dall'alto si dimentichino la cosa più importante cioè che il sale del basket non è, come dicono loro, il desiderio di competere a livello sempre più alto... è il movimento stesso che è composto dalla gente.
Il basket non ha bisogno di calcoli matematici, ha bisogno innanzitutto di tornare a essere visibile dai media (e allora sì che le giovanili rinascerebbero in tutte le società) e poi dovrebbe diventare meritocratico, creando spazio per chi se lo merita.
I problemi sono iniziati, guarda caso, dal delitto legalizzato di Verona nel 2002 e già c'erano state le prime avvisaglie con Pistoia, Montecatini e Gorizia.
Poi quando la Lega si è trovata a gestire il fallimento della Virtus e della Scavolini si è creato il caos più totale in cui c'è chi chiede soldi alla Regione, c'è chi si culla una società per dieci anni e poi capisce che conviene fonderla con quella del capoluogo, c'è chi prende letteralmente per i fondelli i tifosi in svariati modi (di cui qui non mi occupo) eccetera eccetera.
Ripeto secondo me cosa bisognerebbe fare.
- Più visibilità (anche grazie a un pool di televisioni private che deterrebbero i diritti delle partite e delle trasmissioni).
- Meno campanilismo (troppe Leghe, movimento troppo frazionato, realtà troppo ghettizzate, non va bene... quando avevamo i nostri quattro -o erano cinque?- campionati nazionali primeggiavamo in Europa e addirittura ti capitava una squadra di A2 che vinceva la Coppa Italia).
- I due organi pro movimento: uno per il controllo dei budget e uno per tagliare i rami secchi.
- Ricreare un pensiero cestistico in Italia: non si può pensare di ottenere sponsorizzazioni se non c'è una mentalità cestistica italiana.
A margine dico: tutto questo senza atteggiarmi a bacchettone... anch'io come Iuzzo parlo come tifoso.
So che gestire il sistema cestistico non dev'essere facile, anche se ho il sospetto che dal dopo Petrucci qualche infiltrato si sia adoperato per relegarci a sport di nicchia... qualcuno che ama uno sport che si gioca coi piedi.

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Iuzzolino, 17/06/2009 16.54:

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Che figuta di m............. ha fatto Milano nella finale?

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Davide, 23/06/2009 12.44:

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Eh eh, ci siamo ridotti a godere per il fatto che Siena stravince come al solito?

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Iuzzolino, 23/06/2009 14.31:

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Infatti!
E' come avere davanti una bellissima donna nuda e dietro Badula.

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Iuzzolino, 01/02/2010 18.41:

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Buonasera signorine, qualcuna mi ha chiamato?

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Davide, 19/02/2010 18.13:

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Guarda caso io ho cominciato a seguire il basket l'anno dopo.
Comunque c'è poco da dire se non niente... la pallacanestro è in mano a persone che l'hanno svenduta.
Sono lontani i tempi in cui era il secondo sport italiano, senza contare che fallisce una squadra all'anno fra i professionisti, almeno tre contando anche i dilettanti.

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