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Serie A 15/16

Ultimo Aggiornamento: 07/05/2016 21:52
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20/01/2016 11:54

TIM cup: Napoli-Inter 0-2 - Sarri insulta i "negri", squalifica a vita?
Zero alle parole di Sarri. Maurizio ha sbagliato, ha avuto l’umiltà e l’onestà di ammetterlo nel dopo gara e di chiedere scusa a Mancini. Questo è un dato, una caduta di stile che va riconosciuta ed archiviata come lo sfogo di un uomo che in questi mesi ha avuto più pressione di una pentola venduta da Mastrota. Il sotto zero, però, lo merita chi prova a sfruttare la vicenda per attaccare il tecnico, provando a dare contenuti omofobi alle parole rivolte a Mancini. La televisione, il linguaggio comune, il cinema (il fenomeno cinematografico Checco Zalone ne abusa) da decenni utilizzano questo tipo di parola a mò di sfottò, senza che nessuno sogni di tacciare qualcuno di omofobia. Evitiamo questi falsi moralismi. Riponete nel cassetto la pistola, spegnete il motore della ruspa del Salvini che è un po' in tutti voi. La verità è che Sarri si sarà sicuramente vergognato per quello che ha detto. Voi, però, vi siete vergognati così tanto quando in estate scrivevate che il Napoli avrebbe lottato per la salvezza, che adesso in questa storia ci sguazzerete come Paperon de' Paperoni nel vile denaro. Per denaro che muove le voci e le penne di troppi…

Uno come la prima sconfitta interna stagionale. Un ko che ci può stare, maturato dopo una gara a lungo condotta. Stare adesso a recriminare sui cambi e sulle scelte del tecnico sarebbe totalmente illogico, dopo che per settimane si è invocata una maggiore rotazione. La sfida di ieri, però, ha evidenziato la più grande carenza nell’organico: la mancanza in panchina di un elemento che possa avvicinarsi come caratteristiche (sarebbe già un miracolo) a Marek Hamsik. Senza voler infierire sul buon David Lopez, ma vederlo impiegato nel ruolo che è dello slovacco ha lo stesso effetto di provare a pelare una patata con una motosega. Un disastro.

Due le reti subite dagli azzurri: non succedeva dalla sfida al Legia. Questo è un dato sul quale riflettere, maturare, crescere. Per l’eccessiva voglia di vincere la squadra ha perso le distanze, concedendo troppi spazi alle ripartenze nerazzurre. Bisogna imparare che se non puoi vincere, puoi almeno pareggiare. Sembra un discorso elementare, ma è il salto ulteriore da compiere per gestire un certo tipo di gare.

Tre volte la Mamma Rai (come la Franzoni) nel dopo gara ripropone le parole di Roberto Mancini. Chiaramente non fa lo stesso per le parole di Sarri. Al fischio finale viene allestito il procedimento sommario, dopo che per tutta la gara abbiamo dovuto sorbirci commentatori che chiamano Martens (rigorosamente con la A) un calciatore non ancora identificato. Un processo che non rispetta nessun criterio del giusto processo, che assume più le sembianze del linciaggio mediatico e mirato. Non si vedeva tale operosità negli studi Rai dal 20 luglio del ’69, per seguire lo sbarco sulla luna: screen da tutte le testate mondiali pronte a ribadire il concetto di “Sarri Razzista”, proposte di squalifica a Sarri. Un giustizialismo tale non lo si vedeva da quando un tifoso romanista ha tolto la vita con una pistola ad un tifoso del Napoli il 3 maggio 2014. Ah no, in quel caso avevano scelto la neutralità e si erano focalizzati su Genny 'a Carogna. Visto che il canone lo hanno inserito nella bolletta, troviamo soluzioni alternative: diamoci al fotovoltaico.

Quattro giorni alla sfida di Genova. Sarà test fondamentale, decisivo, per la classifica e per testare il livello di solidità della nave azzurra. Ci saranno mari agitati da affrontare in questi giorni, l’onda mediatica sbatterà forte ai fianchi. Tanti squali dell’informazione fiuteranno l’odore del sangue e proveranno a strappare per se qualche brandello di nulla. E’ il rumore dei nemici. E’ il segnale della paura. "Sai che cosa hanno di strano gli squali? Hanno occhi senza vita, palle nere senza luce dentro, come bambole. E quando uno ti si avvicina non credi neanche che sia vivo... finché non ti morde!".

Cinque alla decisione dell’arbitro Valeri di espellere Dries Mertens. C’è un sottile molto confine che divide un buon arbitro dal direttore di gara che viene colpito da manie di protagonismo. Su un contatto in area, troppo lieve la concessione di un calcio di rigore, bisogna semplicemente lasciar correre. Cinque anche a Dries, che evidentemente non aveva visto Empoli-Inter. Se a Pucciarelli hanno asportato un arto in area interista, senza che gli venisse concesso il penalty, con quella manata pensavi davvero potesse arrivare il fischio? Ragazzo informati. Conosci il tuo nemico.

Sei i cambi di Sarri rispetto all’undici ormai considerato titolare. Scelta inevitabile se si vuole continuare a coltivare il sogno, scelta che ha evidenziato la distanza tra alcuni titolari e le proprie riserve. Valdifiori, in questo momento, sta a Jorginho come Il Commissario Lo Gatto sta a James Bond. Non tanto per demeriti dell’ex Empoli, ma per la crescita esponenziale dell’italo-brasiliano.

Sette minuti di gioco, Hysaj perde un pallone banale a centrocampo aprendo ad una ripartenza pericolosa dell’Inter. Qualche secondo, in un episodio che la scienza fatica a spiegare e che solo gli sceneggiatori di Dragon Ball con il teletrasporto potrebbero giustificare, è lo stesso Hysaj a chiudere su Perisic al limite dell’area. Si sparano valutazioni folli su difensori normali, ma questo ragazzo CLASSE ’94 quanto può valere dopo una stagione simile? Mostruoso.

Otto al meraviglioso gol di Jovetic. Giusto omaggiare un gesto tecnico di quel tipo, peccato non aver potuto parlare di calcio dopo una gare bella ed intensa. Bravo Jo-Jo.

Nove alla metamorfosi di Mancini, novello Gregor Samsa, che nella pancia del San Paolo si riscopre uomo nuovo. Lontani i tempi quando bollava cori tipo “Lavali col fuoco” come “Semplici sfottò, come ce ne sono ogni domenica su tutti i campi”. Lontanissimi quelli in cui giustificava anche l’insulto “NEGRO” che Mihajlovic aveva rivolto a Vieira in una sfida tra Arsenal e Lazio, di cui ai tempi era allenatore. "Nel corso di una partita - diceva MANCINI - l'agonismo esasperato puo' portare a momenti di tensione e di grande nervosismo. Credo che anche qualche insulto ci possa stare. L'importante e' che tutto finisca li”. Quindi è tutto chiaro adesso. Si può invocare lo sterminio di un popolo, si può insultare chi ha la pelle diversa, si può anche rispondere con un “Sei un vecchio cazzone” a chi ti chiede scusa. Guai, però a dire finocchio. Specialmente se a dirlo è l’allenatore che ha stroncato i tuoi sogni scudetto…

Dieci alla reazione dello stadio al triplice fischio. Sul campo c’è la sconfitta, sugli spalti accade quello che non ti aspetti. La voce cresce, si alza il dolce canto, che ti ammalia, come quello delle sirene che richiamavano Ulisse. "Avvicinati dunque, glorioso Odisseo, grande vanto dei Danai, ferma la nave, ascolta la nostra voce. Nessuno mai è passato di qui con la sua nave nera senza ascoltare il nostro canto dolcissimo: ed è poi ritornato più lieto e più saggio”. Con la differenza che questo è un canto che non ti inganna, che non ha secondi fini. E’ un atto d’amore, urlato, a squarciagola. E’ il Ti Voglio bene messo dentro a un coro. E’ il più grande atto di fedeltà che un innamorato possa mostrare alla propria amata.

Arturo Minervini

Articolo: www.tuttonapoli.net
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