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Picchiato davanti alla discoteca e lasciato morire: Aldo, 25 anni, festeggiava la laurea in medicina

Ultimo Aggiornamento: 03/07/2015 13:38
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17/02/2015 23:20

Morte in discoteca, 17enne confessa: «Ho ucciso io Aldo Naro»

Palermo, si è costituito al carcere Malaspina. Decisive per i carabinieri le testimonianze di alcuni giovani presenti alla festa. Oggi in migliaia ai funerali a Caltanissetta


Ha confessato l’omicidio: «Ho ucciso io Aldo Naro. Sono io quello che cercate». ». Un giovane di 17 anni si è costituito oggi, martedì, nel carcere minorile Malaspina di Palermo. Sostiene di essere l’autore dell’uccisione di Aldo Naro, il medico di 25 anni morto con un calcio alla nuca, nel corso di una rissa avvenuta venerdì notte nella discoteca Goa.
Il ragazzo, che è del quartiere Zen, viene ascoltato da un magistrato della Procura minorile alla presenza dei carabinieri del nucleo investigativo che erano già risaliti al responsabile della mortale aggressione.

Le testimonianze dei giovani e il cappellino «rubato»
Sarebbero state le testimonianze di alcuni giovani presenti alla discoteca Goa la sera di venerdì a mettere i carabinieri sulle sue tracce. Quando è scoppiata la rissa in discoteca, secondo la ricostruzione, Naro sarebbe stato strattonato e scaraventato per terra. A scatenare il diverbio un motivo più che futile: alcuni ragazzi gli avevano rubato il cappellino di carnevale che aveva in testa e non volevano restituirlo. Sono venuti alle mani, una pesante scazzottata. Aldo sarebbe caduto e a quel punto il 17enne dello Zen gli avrebbe sferrato un calcio alla testa che ha provocato un’emorragia cerebrale. È morto così il giovane medico, fresco laureato, figlio di un carabiniere. Sulla base delle testimonianze raccolte, i militari sono risaliti al gruppo di amici del minorenne e tra ieri e oggi hanno compiuto diverse perquisizioni domiciliari. Anche la casa dell’indiziato è stata perquisita ma il giovane non si è fatto trovare.

Il sindaco Orlando: apprezzamento per le forze dell’ordine
«A nome dell’amministrazione comunale - afferma in una nota il sindaco di Palermo Leoluca Orlando - voglio esprimere apprezzamento per l’operato delle forze dell’ordine e della magistratura per l’ottima gestione del caso dell’omicidio di Aldo Naro. Rinnovo i miei sentimenti di vicinanza e solidarietà alla famiglia del giovane. Ribadisco che il Comune darà mandato all’avvocatura per la costituzione di parte civile nel processo».

In migliaia ai funerali
Intanto oggi, martedì, si sono svolti i funerali di Aldo nella chiesa Madre di San Cataldo a Caltanissetta. Vi hanno preso parte un migliaio di persone. Lunedì sera nel corso di una fiaccolata il padre del ragazzo, il colonnello dei carabinieri Rosario Naro, aveva chiesto all’assassino di costituirsi. E oggi il diciassettenne dello Zen ha confessato il delitto. «Una folla di giovani - ha detto il vescovo di Caltanissetta Mario Russotto - si chiede come è possibile morire per festeggiare una laurea, come è possibile morire nel terzo millennio per l’inciviltà di altri giovani. Aldo Voleva salvare tante vite umane, era innamorato della vita». Sul feretro ricolmo di fiori bianchi è stato poggiato un camice bianco, quello che Aldo, da poco laureatosi in Medicina, non potrà indossare. Nei pressi della bara un cuscino di rose rosse voluto dalla fidanzata Simona con sla frase «I nostri sogni resteranno per sempre nel mio cuore. Ciao Aldo». Davanti alla chiesa, in uno schermo, campeggiava la scritta «Io sono Aldo Naro», e così anche su una t-shirt posta sul primo banco dei fedeli accanto alla madre del giovane, Anna Maria Ferrara.

Il parroco ricorda le parole di Etty Hillesum, morta ad Auschwitz
Nel corso dell’omelia il vescovo ha citato anche le parole di Etty Hillesum, un’ebrea morta a Auschwitz. «I tempi che viviamo sono violenti, malvagi. Sembra proprio che la malvagità abbia il sopravvento. Adesso forse noi possiamo cominciare ad aiutare Dio, disseppellendolo dai cuori di chi vive come se non esistesse».

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