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Traghetto in fiamme

Ultimo Aggiornamento: 04/01/2015 12:31
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04/01/2015 12:31

Ispezione a bordo: tra le 11 vittime accertate, anche una minorenne albanese.
BRINDISI - C'è anche una minorenne albanese con permesso di soggiorno tedesco tra le undici vittime accertate fino a questo momento nel naufragio della Norman Atlantic, anche se due corpi non sono mai stati recuperati. Si tratta della 15enne Racha Charif.
Ieri sera è stata identificata anche l'ultima salma delle nove che si trovano in attesa delle autopsie nell'istituto di medicina legale del Policlinico di Bari. È quella di Gerasimos Kazantzidis, autotrasportatore greco. Il figlio e i nipoti dell'uomo hanno riconosciuto il corpo e questa mattina si sono recati negli uffici della Capitaneria di Porto.
Le altre sette salme appartengono ai due autotrasportatori campani Michele Liccardo di 32 anni e Giovanni Rinaldi di 34, al sacerdote georgiano 27enne Omar Kartozia, alla donna turca Havise Savas, ai greci Sasentis Nikolaus Paraschis e Kostantinos Koufopuolos, e ad un'altra donna tedesca, Muller Afroditi. Il conferimento dell'incarico per le autopsie, affidate ai medici legali Alessandro Dell'Erba e Biagio Solarino, è fissato per lunedì mattina.
E' in corso una ispezione a bordo del traghetto Norman Atlantic, attraccato nel porto di Brindisi e naufragato domenica scorsa al largo delle coste albanesi, da parte del magistrato inquirente della Procura di Bari, il pm Ettore Cardinali, e della polizia giudiziaria. Saliti a bordo anche tre uomini della Commissione ministeriale per i sinistri in mare che fa parte della direzione generale per le investigazioni ferroviarie e marittime del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che - a quanto apprende l'Ansa - ha avviato un'inchiesta per risalire alle cause del disastro in mare. La Commissione è composta da militari del Corpo centrale delle Capitanerie di Porto.
«Nel locale garage della nave la temperatura è ancora elevatissima». Così il comandante della capitaneria di porto di Brindisi, Mario Valente, che spiega che probabilmente oggi non sarà possibile ancora accedere nelle stive e nei garage della Norman Atlantic, ormeggiata da ieri nel porto di Brindisi dove è possibile che ci siano altri corpi di passeggeri che erano a bordo del Norman Atlantic. «A bordo - ha detto Valente - c'è il pm della procura di Bari che sta coordinando tutto il pool ispettivo della guardia costiera, dei carabinieri e della polizia. I vigili del fuoco ci stanno dando una grande mano per salire a bordo. Vorremmo spingerci sia nella parte dell'incendio, ma nei locali ispezionabili, sia verificare le dotazioni di sicurezza e il funzionamento del piano antincendio». «All'interno della nave ci sono locali che sono andati completamente distrutti dalle fiamme», ha concluso Valente. Dai boccaporti della Norman Atlantic si vede ancora fuoriuscire del fumo.
L'obiettivo dell'ispezione è quello di verificare le cause dell'incendio che ha causato 11 morti accertati e un numero indefinito di dispersi, oltre che di individuare o escludere la presenza di possibili altri cadaveri, specie nella stiva e nel garage dell'imbarcazione. Ieri è stata recuperata la cosiddetta scatola nera, che rappresenta il primo elemento fondamentale per accertare le cause dell'incendio e la dinamica dei fatti.

TESTIMONIANZE CHOC.
«Abbiamo visto morire persone asfissiate, i loro corpi sono nella nave. Quando una porta tagliafuoco si è chiusa, molti sono rimasti bloccati dietro di noi, non l'hanno superata. Battevano con le mani perchè riaprissimo lo sbarramento, ma non ce l'abbiamo fatta. Due li abbiamo visti chiaramente dagli oblò cadere e morire soffocati». Così il racconto di tre superstiti greco-albanesi della Norman Atlantic fatto ai loro avvocati, che lo hanno riferito. I tre naufraghi - una giovane donna con i due futuri suoceri - abitano in Grecia e dovevano raggiungere la zona di Faenza (Ravenna) per andare in visita ad alcuni parenti. Un altro episodio riferito dagli stessi tre naufraghi ai loro avvocati riguarda la fase dell'evacuazione: «Abbiamo visto che un uomo già imbracato su un verricello, mentre veniva issato su un elicottero, si è staccato ed è caduto sul ponte. C'era sangue, non sappiamo se quella persona è sopravvissuta o no». Anche questi tre superstiti greco-albanesi hanno di non esser stati assistiti dall'equipaggio, di essere rimasti abbandonati a se stessi e che, per procurarsi i giubbotti salvagente, hanno dovuto forzare i cassoni sul ponte. Inoltre hanno sempre riferito ai loro legali Alessandra Guarini, Cesare Bulgheroni e Massimiliano Gabrielli, già impegnati a Grosseto per il pool "Giustizia per la Concordia", di aver visto membri dell'equipaggio salire su una scialuppa e lasciare la nave in fiamme.
«La più ottimistica delle previsioni è di una decina di dispersi». Il numero comunque «non supera le 10-15 unità», ha quindi spiegato il procuratore di Bari Giuseppe Volpe. «I numeri ufficiali sui dispersi - ha aggiunto - si potranno sapere quando la Grecia si deciderà a darci una lista d'imbarco attendibile, perché la Grecia ha tempi molto molto lunghi». I calcoli del procuratore partono sempre - ha detto - «dai 499 che sembravano all'inizio gli imbarcati, compresi i 18 overbooking e i tre clandestini accertati». «Se si tolgono i 477 che sono stati salvati e gli 11 deceduti - ha aggiunto - si arriva a un numero di dispersi che non supera le 10-15 unità a seconda dell'attendibilità che si attribuisce alla lista d'imbarco in nostro possesso».

APPLAUSI PER I VIGILI DEL FUOCO.
Sono scesi, accolti dagli applausi dei colleghi e dei parenti che erano sulla banchina, dopo sei giorni trascorsi in mezzo al mare in burrasca a bordo dei rimorchiatori, gli otto vigili del fuoco brindisini che hanno contribuito alle operazioni di salvataggio dei passeggeri del Norman Atlantic, senza mai essere sostituiti. Per gli otto vigili del fuoco si erano mobilitati rappresentanti sindacali che avevano chiesto il loro rientro. I vigili del fuoco appaiono provati e, non appena scesi, hanno abbracciato i colleghi; i famigliari li hanno attesi a distanza, dietro le transenne.

Articolo tratto da: www.quotidianodiPuglia.it
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