I genitori al rientro dal lavoro trovano il figlio di 23 anni impiccato alla ringhiera delle scale di casa
Si uccide a quattro giorni dalla laurea, impiccandosi nella casa dove viveva con la famiglia. A trovare il corpo senza vita del figlio sono stati ieri alle 19 i genitori, che hanno lanciato immediatamente l'allarme, ma per il giovane ormai non c'era più nulla da fare. Inutili sono stati i tentativi dei soccorritori: al loro arrivo hanno solo potuto constatare che il cuore del ragazzo aveva smesso di battere per sempre.
Protagonista del tragico gesto è Carlo Simioni, uno studente universitario di 23 anni, residente in via San Pietro, una laterale di Borgo Treviso a Cittadella. A tutti aveva detto che avrebbe dovuto discutere la tesi di laurea proprio questo fine settimana, esattamente nella giornata di venerdì. Ma i carabinieri e la Procura hanno scoperto che, iscritto alla facoltà di Informatica a Udine, non aveva mai dato esami. E forse non ha retto alla vergogna di dover confessare il bluff. «Era già pronta la corona di alloro che nostro figlio avrebbe dovuto indossare dopo la proclamazione», sono le uniche parole che il papà è riuscito a dire.
I genitori sono distrutti dal dolore. La famiglia ha deciso che gli organi di Carlo saranno donati. La notizia ha sconvolto la città: in poche ore è circolata per tutti i quartieri, dove è ancora vivo il ricordo della tragica fine di Nadia, la 14enne di Fontaniva che appena un mese fa si è lanciata dalla terrazza dell'ex albergo Palace di Cittadella.
Silvia Bergamin
mattinopadova.gelocal.it
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