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Udine, 22enne investita mentre scendeva dall'auto: ridotta in fin di vita il giorno della laurea

Ultimo Aggiornamento: 16/07/2015 22:33
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16/07/2015 22:33

Sarebbe più da >>>questa cartella<<<, tuttavia...

Travolta e uccisa nel giorno della laurea: 6 mesi all'investitore

Lucia Ferigutti era stata investita da una Mercedes dopo essere scesa dall'auto guidata dal fratello


Stava tornando a casa, a Castions delle Mura, dopo aver conseguito, quella mattina, la laurea triennale in Lettere con il massimo dei voti, 110 e lode, all'Università di Udine.
A Bagnaria Arsa era scesa dall'auto che il fratello aveva accostato all'altezza di un distributore di benzina, lungo la regionale 352, e aveva cominciato ad attraversare la strada, proprio quando sopraggiungeva una Mercedes che l'ha investita mortalmente.

L'incidente, in cui la sera del 28 novembre 2013 perse la vita Lucia Ferigutti, 22 anni, è costato una condanna a 6 mesi, con i doppi benefici della sospensione e non menzione, all'automobilista, Aurelio Lenarduzzi, 55 anni di Porpetto. La sentenza è stata pronunciata dal gup Matteo Carlisi, che ha disposto anche la sospensione per 6 mesi della patente di guida. Il pm Claudia Danelon, che aveva chiesto una condanna a 1 anno, contestava all'automobilista l'omicidio colposo.
Avrebbe tenuto, secondo l'accusa, una velocità superiore al limite dei 50 chilometri all'ora, omettendo di viaggiare in prossimità del margine destro, in un tratto di strada privo di efficace illuminazione pubblica, intorno alle 20, quando si era verificato l'impatto. Ma la ragazza, sempre secondo la ricostruzione del pm, stava attraversando la strada di corsa, distrattamente, senza dare la precedenza dovuta al veicolo.
«È una sentenza che ci lascia sorpresi. I carabinieri intervenuti per i rilievi non hanno elevato nessuna contravvenzione - spiega l'avvocato Giuseppe Salvatorelli, difensore insieme a Irene Lenarduzzi -. E lo stesso consulente del pm ha riconosciuto che non può affermare con certezza la velocità tenuta e il punto d'impatto, indispensabili per fondare l'individuazione della responsabilità».

Mentre il consulente della difesa, l'ingegner Giuseppe Monfreda, ha calcolato la velocità in non più di 43-45 chilometri all'ora. Tutte circostanze per cui la difesa aveva invocato l'assoluzione perché il fatto non sussiste. E per cui ora preannuncia appello. In aula, come semplici persone offese, c'erano i familiari della vittima.

www.ilgazzettino.it
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