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Tirocinio esame avvocato prima della laurea

Ultimo Aggiornamento: 31/05/2018 10:59
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10/11/2016 17:28

Correggetemi se sbaglio, ma ho sentito dire che è la Cassa dei Ragionieri che vuol fare un accordo con le università.
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11/11/2016 19:10

Boooh! [IMG]http://i49.tinypic.com/s2zaxh.jpg[/IMG]
Secondo me l'unico modo di saperlo è telefonare al numero verde della Cassa dei Ragionieri: 800814601. [IMG]http://i45.tinypic.com/2vsradj.jpg[/IMG]
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11/11/2016 19:20

E chi lo sa.....delle cose rimangono solo sulla carta [SM=g1944720]
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16/05/2018 16:51

A distanza di 2 anni...

Ad oggi è attiva inoltre anche per i Corsi della Facoltà di Giurisprudenza, la convenzione sottoscritta tra l'Ateneo e diversi Consigli territoriali dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro, per consentire agli studenti interessati, l'anticipo di un semestre di tirocinio professionalizzante, durante l'ultimo anno del corso di studio.
L'Ateneo ha in corso di stipula analoga Convenzione con l'Ordine degli Avvocati per consentire agli studenti della Laurea Magistrale a Ciclo Unico di Giurisprudenza l'anticipo di un semestre di praticantato durante l'ultimo anno di corso.


www.unimarconi.it/download/attachments/relazione_nuclei_D3_...
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19/05/2018 01:41

Mi pare che le convenzioni vengano stipulate dalle singole università con i singoli Ordini provinciali. L'università di Padova, per esempio, ha siglato la convenzione con l'Ordine provinciale degli avvocati di Treviso, Padova, Pordenone (e forse altri). Da semplice "spettatore", non vedo una grande utilità di un tirocinio anticipato quando uno deve ancora laurearsi, soprattutto per due motivi: 1) si richiede il previo superamento di tutti gli esami dei primi quattro anni ma anche delle procedure (che spesso vengono lasciate per ultime); 2) normalmente, verso la fine del corso di studi, tra ultimi esami e tesi il tempo è veramente pochissimo, infilarci un tirocinio che ha regole rigide non mi pare agevole. Ma magari ci sono esperienze positive
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19/05/2018 14:52

Credo che sia un progetto su misura dei "genietti": persone che hanno i mezzi mentali e fisici per bruciare le tappe o che hanno il papà, la mamma o lo zio avvocato e possono iniziare in tutta tranquillità. [SM=g1944738]
La Scuola Forense si può fare in un secondo momento (pare che non sia difficile come negli anni passati) e comunque il brutto arriva dopo... da quest'anno niente codici annotati:

unimarconi.freeforumzone.com/d/11275398/Esame-da-avvocato-scuola-forense-obbligatoria-con-esami-intermedi-e-forse-a-numero-chiuso-Verr%C3%A0-va/discussi...

[SM=j3058097]
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19/05/2018 16:06

Mah in fin dei conti la giornata di un ragazzo di 24-25 anni (se si è laureato in tempo) cambia poco, eh?
Io ho iniziato il tirocinio dopo la laurea, ma posso garantirvi che senza la Scuola Forense la vita del tirocinante era portare atti di precetto in Tribunale e farsi firmare il libretto, addirittura molti tirocini erano fittizi.
Adesso la Scuola Forense complica un pò le cose ma neanche tanto: si può fare on line pagando e con due test a risposta multipla.
Come dice Davide il problema viene dopo con un esame che è diventato impossibile, ideato e attuato nel silenzio delle Istituzioni e dei tirocinanti.
Aggiungo che con la nuova legislazione post 2014 i tirocinanti non possono più avere clienti propri, quindi hanno letteralmente segato la concorrenza.
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19/05/2018 23:17

L'intento di contingentare l'accesso alla professione forense da parte del nostro Legislatore è evidente (del resto gli avvocati nelle due Camere sono in maggioranza relativa), e le continue complicazioni dell'esame professionale ne sono una manifestazione. Inutile girarci attorno, il motivo è quello della torta (il complesso dei clienti) che rimane sempre delle stesse dimensioni, anzi tende a calare: se aumenti il numero di chi si ritaglia una fetta (gli avvocati), i redditi si riducono. Mi pare che ciò contrasti non solo con le legittime aspirazioni di tanti studenti e neolaureati, ma anche con un orientamento europeo che andrebbe invece in direzione opposta (aumentare le chances e ridurre le barriere di accesso). Tocco un altro aspetto: le numerosissime incompatibilità con la professione forense. Io (come tanti altri) sono un incompatibile. Essendo giornalista professionista iscritto all'Ordine, e lavoratore dipendente di un gruppo editoriale, per svolgere la pratica forense dopo la prossima (spero) laurea magistrale, dovrei licenziarmi. Dovrei "retrocedere" a pubblicista e tornare ad essere pagato qualche soldo al mese come freelance (come ho già fatto nel corso di una lunghissima gavetta). Ora, posto che come praticante non potrei comunque avere clienti miei né redditi di questa natura, non avrebbe più senso far sorgere l'incompatibilità tra le due professioni e imporre un obbligo di scelta dopo l'eventuale superamento dell'esame di avvocato, anziché indicarla come preventiva?
[Modificato da Korandax 19/05/2018 23:31]
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20/05/2018 00:48

Secondo me è un discorso di ordine diverso nel senso che potresti avere ragione in linea di massima ma più che altro il problema nasce dal fatto che non hanno messo il numero chiuso a giurisprudenza unito alle crocette di alcune telematiche.
Una volta il nostro "numero chiuso" era la difficoltà di giurisprudenza, ora alcune università telematiche laureano con esami completamente a crocette.
Come ho già spiegato altrove finchè il MIUR non toglie l'accreditamento alle telematiche valutate negativamente dall'ANVUR sul mercato forense arriveranno ogni anno fino a 4.000 dottori in giurisprudenza laureati con crocette.
Cos'ha fatto l'ordine degli avvocati?
Avendo appurato che al MIUR dormono e che continuava ad aumentare la concorrenza prima hanno tolto alle nuove leve la clientela e poi vedendo che continuavano ad aumentare di numero hanno organizzato un esame impossibile e limitato le iscrizioni all'albo dalla Spagna e soprattutto dalla Romania.
Ci sono 11 telematiche di cui tante discutibili: cominciamo a vederne meno, cominciamo a mettere il numero chiuso a giurisprudenza, poi ne riparliamo.
La Scuola Forense a crocette? Uno scandalo misto a schifo, nei prossimi giorni argomento bene.
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21/05/2018 01:11

Il MIUR è perfettamente a conoscenza dei problemi di alcune "telematiche", se non fa nulla è perché sta bene così o forse perché si vuole mantenere uno status quo per cui a tutti è concesso di aprire corsi di laurea ma solo qualcuno viene considerato al 100% serio. [SM=g1944728]
Vattelapesca. [SM=g1944846]
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21/05/2018 09:55

Ma nessuno di voi ha considerato l'enorme gettito di tasse che le università telematiche pagano allo Stato?
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21/05/2018 14:05

In un articolo di Repubblica o del Corriere (non ricordo) si era parlato di "lobby delle telematiche in Parlamento", da allora nessuno ha pubblicato un solo articolo polemico sull'argomento. [SM=g1944742]
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22/05/2018 00:33

Re:
Franco Allegranzi, 5/19/2018 11:17 PM:

L'intento di contingentare l'accesso alla professione forense da parte del nostro Legislatore è evidente (del resto gli avvocati nelle due Camere sono in maggioranza relativa), e le continue complicazioni dell'esame professionale ne sono una manifestazione. Inutile girarci attorno, il motivo è quello della torta (il complesso dei clienti) che rimane sempre delle stesse dimensioni, anzi tende a calare: se aumenti il numero di chi si ritaglia una fetta (gli avvocati), i redditi si riducono. Mi pare che ciò contrasti non solo con le legittime aspirazioni di tanti studenti e neolaureati, ma anche con un orientamento europeo che andrebbe invece in direzione opposta (aumentare le chances e ridurre le barriere di accesso). Tocco un altro aspetto: le numerosissime incompatibilità con la professione forense. Io (come tanti altri) sono un incompatibile. Essendo giornalista professionista iscritto all'Ordine, e lavoratore dipendente di un gruppo editoriale, per svolgere la pratica forense dopo la prossima (spero) laurea magistrale, dovrei licenziarmi. Dovrei "retrocedere" a pubblicista e tornare ad essere pagato qualche soldo al mese come freelance (come ho già fatto nel corso di una lunghissima gavetta). Ora, posto che come praticante non potrei comunque avere clienti miei né redditi di questa natura, non avrebbe più senso far sorgere l'incompatibilità tra le due professioni e imporre un obbligo di scelta dopo l'eventuale superamento dell'esame di avvocato, anziché indicarla come preventiva?



So che non è il massimo sentirselo dire anche perchè sono certa che sei un ottimo giornalista, ma il giornalismo è una professione morta.
Professionista o pubblicista non importa: ci sono youtuber, blogger e influencer che senza alcun tesserino si fanno 20.000 euro al mese e te lo dico con amarezza perchè io sono dalla vostra parte.
Siamo in Italia dove tutto funziona alla rovescia: tutti pendono dalle labbra della Ferragni mentre nessuno ascolta il giornalista navigato che redige il pezzo perfetto senza nemmeno mezzo refuso.
Di contro anche l'avvocatura fa acqua da tutte le parti: bisogna avere tantissimo tempo, essere bravi, essere pronti a tutto e studiare fino a 8 ore al giorno dopo averne passate altrettante in Tribunale.
Non potresti comunque fare il giornalista.
In conclusione sei a un bivio fra una professione morta da 10 anni e un'altra che è appena morta ma che non se n'è ancora resa conto.
La cosa buffa è che entrambe sono famose per tirocini fittizi.
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22/05/2018 15:07

S@yaka, 22/05/2018 00.33:

Siamo in Italia dove tutto funziona alla rovescia: tutti pendono dalle labbra della Ferragni mentre nessuno ascolta il giornalista navigato che redige il pezzo perfetto senza nemmeno mezzo refuso. [...]

In conclusione sei a un bivio fra una professione morta da 10 anni e un'altra che è appena morta ma che non se n'è ancora resa conto.


Miglior post del 2018 senza se e senza ma. [SM=g1944735]
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24/05/2018 11:49

[SM=g2481205]
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25/05/2018 00:38

Prima o poi qualche tirocinante ricorrerà all'UE perchè sono tutte materie regolate dallo stesso ordine degli avvocati che non vuole in alcun modo concorrenza.
Penso che anche gli stessi avvocati dovrebbero dare un segno di civilità e creare modalità di accesso alla professione più ragionevoli.
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25/05/2018 23:24

Potrei dire, egoisticamente, che mi basta che i quotidiani cartacei resistano ancora una decina di anni (giusto per andare in pensione), in realtà sono abbastanza convinto che dureranno assai di più, senza contare che, come quasi tutti colleghi, ormai siamo "abilitati" a pubblicare anche sulla piattaforma web per il nostro gruppo editoriale e sono convinto che anche la giungla di internet prima o poi consentirà di districarsi tra news "professionali" (a pagamento, certo, i grandi editori stanno già dialogando in proposito) e la pura spazzatura da copia-incolla, scie chimiche e Ufo avvistati dalla vicina di casa. Blogger strapagati? Mosche bianche. Giusto la Ferragni. Recentemente ho intervistato in proposito quel Salvatore Aranzulla che molti di voi conoscono perché se clikkate "ho il computer rotto...", "come funziona WhatsApp" ecc., Google vi spara i suoi consigli in alto per primi. Ebbene, lui conferma: uno (blogger) su mille ce la fa. Può sembrare l'Eldorado, non lo è. Meglio trovarsi un lavoro "vero". Quanto alla professione forense (nel mio caso hobby dopo la pensione?) concordo con UniMarconcino, l'UE farà abbattere un po' di privilegi, magari serviranno anni, ma quella sarà la direzione. Con buona pace dei professori-avvocati-consulenti-faccio tutto io e gli altri niente di cui, francamente, proprio non si sente il bisogno.
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30/05/2018 20:23

Re:
UniMarconcino, 20/05/2018 00.48:

Come ho già spiegato altrove finchè il MIUR non toglie l'accreditamento alle telematiche valutate negativamente dall'ANVUR sul mercato forense arriveranno ogni anno fino a 4.000 dottori in giurisprudenza laureati con crocette.



Agghiacciante.
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31/05/2018 10:59

Sì, Iuzzolino è davvero agghiacciante anche perchè, sul piano legale, non ha importanza in quale università ti sei laureato: il famoso "pezzo di carta" ha lo stesso valore per tutti.
Ciò vale però, nel settore pubblico, ma non tanto nel settore privato, dove ci sono i datori di lavoro che valutano non solo il voto finale ottenuto, ma anche e sopratutto in quale università si è conseguita la laurea.
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