| | | OFFLINE | Post: 3.323 | Sesso: Femminile | |
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03/07/2012 20:10 | |
Il discorso è molto complicato da affrontare.
In Italia si patteggia molto e si fanno anche molti abbreviati quando le prove ci sono ed è assolutamente difficile dimostrare il contrario.
In genere nel giudizio allo stato degli atti (cioè senza processo ma sulle risultanze delle indagini di Polizia Giudiziaria) se ci sono intercettazioni, testimonianze convergenti, perizie valide ecc l'indagato non ha altra scelta che patteggiare o scegliere il giudizio abbreviato per avere uno sconto di pena perchè è improbabile che riesca a smontare le prove a suo carico.
Quando le prove sono fumose e contraddittorie allora conviene "andare a dibattimento" cioè affrontare il processo lungo (che può essere monocratico = 1 giudice o collegiale = 3 giudici a seconda della gravità del reato; o Corte d'Assise se si tratta di omicidi e stragi).
Lì la prova è sostanzialmente la testimonianza e l'eventuale espletamento di perizie.
C'è da dire che la stragrande maggioranza dei processi in realtà sono cavolate e i processoni sono pochi.
Inoltre il numero dei processi è notevolmente aumentato da quando "...Ilvio" si è inventato la prescrizione breve. Tutti ci provano di più ad affrontare il dibattimento perchè la metà dei processi si prescrivono in itinere e si lavora per nulla spendendo una marea di soldi pubblici per far finire tutto a tarallucci e baci a causa di questa legge del piffero sulla prescrizione. |
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