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Studentessa si impicca nei bagni della facoltà

Ultimo Aggiornamento: 06/02/2013 21:59
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21/06/2012 12:50

"Quel ragazzo mi ha ubriacata di chiacchiere, non si muore soltanto per amore, anche per malattia". Con questo biglietto, indirizzato al padre, Giuseppina ha detto addio alla vita. 28 anni, studentessa di Scienze Motorie, ha deciso di farla finita nei bagni dell'Università Parthenope di Napoli. Prima ha provato a tagliarsi i polsi, poi ha utilizzato il filo di un asciugamani elettrico. A ritrovarla una docente di Scienze dell'Ambiente. Professori choccati: "Oddio, è qualcuno che ho bocciato?"

La sede dell'università di Giuseppina era da tutt'altra parte rispetto al grattacielo del centro direzionale dove invece è stata trovata senza vita. Il suicidio è avvenuto al quinto piano dell'edificio, dove si trova un corridoio con quattro uffici e altrettanti bagni. Quello dove Giuseppina si è uccisa era usato solo da due docenti, le uniche presenti sul piano.

Il giorno scelto da Giuseppina era pieno di esami, con un grande andirivieni di studenti in facoltà. Una delle due docenti si è trovata di fronte una scena davvero agghiacciante. Dopo la scoperta ha subito chiamato il 118 ma non c'era più niente da fare. La giovane era molto magra. In molti ipotizzano che il suicidio sia maturato per colpa dell'anoressia. Lei, come riporta il Corriere del Mezzogiorno, al papà parlava sì di malattia, ma anche di amore e di quel ragazzo che le aveva detto tante bugie.

L'uomo non sa darsi pace. E anche i professori sono rimasti molto colpiti. Con il bagno transennato, in molti non capivano che cosa fosse successo. Qualcuno ha anche pianto per il senso di colpa, pensando che magari chi si era tolto la vita fosse un suo studente bocciato all'esame. Il rettore Gennaro Ferrara ha disposto mezza giornata di lutto. Giovedì niente esami, niente lezioni e niente corsi.

affaritaliani.libero.it
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23/06/2012 16:30

Ha scelto di uccidersi in facoltà piuttosto che a casa sua o da qualche altra parte, un messaggio per il ragazzo?
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05/02/2013 18:34

Un nuovo caso di suicidio in ateneo nella città partenopea. [SM=g1944727]

Napoli, studentessa si suicida lanciandosi dal quinto piano: choc al Politecnico

Gli altri studenti sentono un rumore sordo nel cortile, accorrono e scoprono il corpo senza vita della 24enne. Scientifica al lavoro tutta la notte


La giovane vita di M. era già spezzata quando il suo corpo è giunto al pronto soccorso dell’ospedale San Paolo. Ieri sera la studentessa di 24 anni, iscritta all’Ateneo Federico II, è stata ritrovata senza vita sul pavimento del cortile esterno di piazzale Tecchio, su cui affaccia la palazzina che ospita la facoltà di Ingegneria.

Erano trascorse da poco le sette di sera ed un rumore sordo e violento aveva scosso l’attenzione dei pochi ragazzi che si erano trattenuti nell’edificio.
Negli attimi successivi, sono esplose le urla dei passanti e degli studenti che percorrevano l’area antistante l’ingresso della facoltà dove, sul lato sinistro, giaceva immobile il corpo della ragazza con accanto la sua borsa.

La ragazza ha impattato al suolo dopo un volo di diversi metri. La Scientifica ha eseguito subito i rilievi. In tutta la facoltà non è stato rintracciato nessun amico, nessun collega, nessuno che nei paraggi avesse visto qualcosa. Tra gli effetti personali della ragazza è stato ritrovato un badge universitario dell’Ateneo federiciano. La studentessa risulta iscritta ad un corso di formazione della Federico II, promosso dal dipartimento del Ministero delle pari opportunità in sinergia col dipartimento federiciano di Sociologia.

Gli esami ed i rilevamenti delle autorità, che hanno setacciato il palazzo guidati dal preside della facoltà di Ingegneria, Piero Salatino, sono durati diverse ore. «Una giovane vita si è fermata e questo è un dramma che ci tocca tutti», afferma Mimmo Petrazzuoli, del Consiglio di Amministrazione della Facoltà.

Secondo quanto accertato la ragazza si è suicidata lanciandosi in un'aiuola di un porticato laterale.

Melina Chiapparino

www.ilmattino.it
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06/02/2013 21:59

Però! date un'occhiata alla reazione di alcuni studenti!

Studentessa morta, i ragazzi della Federico II si scagliano contro i professori: “Non è la prima volta che accade”

“Sono certo che lo stress universitario, il comportamento di tanti nostri vecchi professori e la mole di studio a cui siamo sottoposti possano aggravare lo stato emotivo di tutti noi”. Non tardano ad arrivare le reazioni degli studenti dell’Università Federico II di Napoli, dopo la tragica morte della studentessa, caduta da un palazzo nella giornata di ieri. Lo stress degli esami, ma anche il comportamento dei professori: sono queste le motivazioni contro cui si scagliano molti ragazzi.

Alcuni studenti dell’Ateneo napoletano confermano, inoltre, che non è la prima volta che accadono episodi simili.

“Ovviamente il motivo di questo tragico gesto forse non si saprà – scrive Anna – ma non è la prima vittima della Federico II o di altre facoltà. Ciò che mi fa rabbia è il motivo per il quale uno studente arrivi a tale gesto. Credo che ognuno di noi lo possa immaginare perchè il percorso degli studi universitari non è facile, ci sono studenti che alle spalle hanno moltissimi disagi tra quelli familiari a quelli economici e cercano nella laurea di poter avere un futuro migliore”.

“Purtroppo il cammino universitario te lo rendono psicologicamente insostenibile e nonostante gli sforzi che uno studente non raccomandato possa fare ti fanno sentire menomato intellettualmente. E’ da qui che una persona inizia a pensare a gesti estremi”.

“È vero sono studenti deboli – continuano i ragazzi – ma a volte anche i più forti hanno delle faglie mentali perchè è il sistema universitario che ti rende debole con i continui venga la prossima volta, le consiglio di ritornare ti sghignazzano in faccia, urlano insultandoti davanti alla commissione d’esame e alla classe. Questa è violenza psicologica! Ma poi i voti vanno dal 18 al 30 e lode quindi se c’è questo range perchè non usarlo? No, è più soddisfacente RIMANDARE LO STUDENTE! Poi quando lo studente si suicida fanno il minuto di silenzio? Ma perchè non vanno ad indagare sul vero problema!”.

Raffaele Nappi

www.corriereuniv.it
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